Milano on the snow

Sono le 15, un giorno come tanti altri se non fosse che ha appena iniziato a nevicare. Tutti attorno a me sono i fibrillazione: è come se avessero paura di rimanere bloccati a vita in ufficio. Una condanna!

Dopo pochi minuti non ho più nessuno al mio fianco, tutti fuggiti. Ma dove? In coda naturalmente! Guardo fuori dalla finestra e dove solitamente non v’è che qualche macchina ora giacciono semiferme decine di scatole fumanti. Ma che fuga è? Mal riuscita direi.

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Io mi rassereno. Mi preparo un tè d’acqua spumpa alla macchinetta a gettoni e aspetto l’ora di uscita ufficiale dall’ufficio. Intanto penso a quanti centimetri di neve stanno per ricoprire la mia moto e spero che nessuno, colto dall’agitazione per l’evento atmosferico tutt’altro che inaspettato, l’accartocci in retromarcia . Poverina, non l’ho neanche messa al riparo, ma perlomeno non dovrò affrontare salite per uscire dal parcheggio.

Ma arriva l’ora, e naturalmente fuori sembra l’inferno. Ma a caratterizzare l’atmosfera di disagio non è la neve o le strade che sono abbastanza pulite. No. E’ il caos provocato dal fuggi fuggi generale che ancora non si è placato. Mi toccherà fare lo slalom tra gli automobilisti incazzati.

CBR on the snow in the parking

Inizio le manovre per uscire dal parcheggio, ma ho un po’ di difficoltà a far partire la moto. Intendiamoci, non a farla avanzare (ancora non ci ho provato) ma a far girare il motore. Partono tre cilindri ma il quarto non ne vuole sapere. Dopo un po’ di “sgasate” il quarto pistone inizia a fare il suo lavoro e quindi sono pronto ad ingranare la prima marcia. In questo momento sono anche contento della quantità di calore che normalmente produce la mia moto, mi rendo conto che a bassa velocità è una fonte di calore che contribuisce notevolmente a non farmi congelare.

Naturalmente la moto non avanza! Vedo la strada davanti a me abbastanza pulita, ma qui non hanno buttato neanche un granello di sale, quindi mi tocca spingere e togliere un po’ di neve con le mani. Finalmente ce la faccio. Nel frattempo penso che forse è meglio che tutti i miei colleghi se ne siano già andati, almeno non mi hanno visto spalare l’ingresso dell’ufficio con le mani.

Milano on the snow

Quando finalmente riesco ad uscire dal parcheggio e mi immetto sulla strada la sitauzione migliora. Devo zampettare un po’ dopo ogni sosta per ritrovare il grip necessario a far avanzare la moto, ma in circa quaranta minuti riesco ad arrivare nei pressi di casa dei miei genitori.

La moto borbotta non poco, è difficile avanzare con un pelo di gas perchè il quattro cilindri Honda fatica a tenere le bassissime andature. Mi torna in mente la Russia, provai la stessa senzazione quando con il CBR mi toccò fare 40 km a trenta all’ora a causa dei continui posti di blocco. Devo giocare molto con la frizione per non far singniozzare la moto e ad un certo punto, a frizione tutta mollata, sento anche la catena che sbatte. Povera CBR, forse tornando dalla Tunisia pensava di aver concluso la sua vita “fuoripista”, invece no.

In queste condizioni penso a quando sono stato sul Chott el Djerid con la stessa moto, lo trovavo peggiore di come si presenta oggi Milano. Sul Chott per qualche istante mi sono realmente cagato addosso a causa del fondo simile ad argilla che non offriva il benchè minimo grip alle gomme stradali ( le stesse che ho ancora sulla moto oggi ). Ho ancora ben marcata nella mia memoria la vista di Lucia che ghigna mentre io provo ad avanzare, cercando di rimanere in piedi,  in modo tutt’altro che stiloso.

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Finalmente sono davanti all’ingresso - completamente innevato - di casa dei miei genitori. Mi trovo davanti un viale di circa centocinquanta metri ricoperto da uno strato di circa 20 cm di neve. Natualmente non c’è passato nessuno, è un viale privato, e dentro ci sono solo pochi parcheggi di chi evidentemente ha lasciato la macchina altrove.

Una volta aperto il cancello inzio a fare fatica ad avanzare, la moto sprofonda nella neve, ma vedo la meta vicinissima ed essendo in luogo privato me ne frego e provo a mettermi in piedi per viaggiare a velocità maggiore. Fantastico, avanzo che è una meraviglia.

CBR verso l'albero di Natale

Arrivo così alla fine del viale, dove il bellissimo pino è stato addobbato come un’albero di Natale. Qui la neve è perfettamente immacolata, quasi mi dispiace stuprarne il manto perfettamente levigato con le mie ruote. Ma non posso certo lasciare la moto qui in mezzo. Poi, la voglia di dare il gas sulla neve fresca in piena libertà è troppa, vado!

CBR sotto l'albero

Eccomi arrivato sotto l’abero di Natale, mancano pochi metri al mio parcheggio, ma continua a nevicare e poi dovrò tornare a casa mia. Ce la farò ad uscire da qui tra qualche ora? Sono sicero: non vedo l’ora di provarci!

Dopo cena, quando ormai non c’è più nessuno per strada mi metto in marcia per tornare a casa mia, appena mi trovo davanti alla moto la vedo completamente sommersa dalla neve, ora i cm sono almeno 30. Mi preoccupa dover dare parecchio gas qui, sicuramente i vicini dei miei genitori non saranno contenti, poi si sà: la gente non si fa mai i cazzi propri.

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Eccomi alla fine del viale. Questa volta è stata più dura, sopratutto la partenza. La moto continuava a scodare, ad un certo punto ho pure pensato che scendesse qualcuno a gridarmi dietro, ma fortunatamente ho visto solo molte faccie sconcertate dalle finestre. Non fosse per questo non posso non ammettere che mi sono divertito molto. Ma ancora devo percorrere un po’ di chilometri prima di tornare a casa.

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Mi fermo dopo un incrocio e mi guardo attorno. Fantastico! Nevica ancora moltissimo e non c’è anima viva. Ora posso effettivamente rendermi conto di come riesco ad avanzare senza dovermi preoccupare del traffico. La velocità che riesco a tenere è di massimo venti chilometri all’ora, appena sufficienti a non far borbottare la moto. Però ad ogni incrocio, o quando vedo passare qualche macchina, rallento e metto i piedi in terra prevedendo di dovermi fermare.

Percorro qualche chilometro e vedo un gruppo di persone in mezzo alla strada, sono molto concentrato nella guida e non riesco a capire cosa stiano facendo finchè non mi trovo davantri a loro. Stanno soccorrendo un ragazzo steso in terra. Accasciato su un fianco c’è anche un motorino, è uno di quelli con il cassone per il trasporto delle pizze. Il ragazzo non si muove, ha il viso affondato nella neve. Sta già arrivando l’ambulanza. Temo il peggio e tutto per una pizza. Sicuramente stava andando a conseganre la cena a qualcuno che se ne stava a casa al caldo da ore. Probabilemnte uno di quelli che ha contribuito a generare il caos di oggi pomeriggio. E’ facile che costui si starà chiedendo perchè la sua pizza sta ritardando, magari sarà pure incazzato.

Torno a casa un po’ triste. Penso che al giornod’oggi ci si stia abituando a troppe comodità e quando queste vengono a mancare anche una strada innevata diventa causa di disagio interiore. Un disagio che mi sembra molto distante dai reali problemi che la vita pone quotidinanamente a chi questi agi non li ha mai potuti conoscere.

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