Ma insomma, ci svegliamo o no????

Le dieci del mattino, spalanco gli occhi all’improvviso, incredulo, sconcertato, disorientato. Ho interrotto il sogno che stavo facendo, un’Africa Twin del 1989 parcheggiata sotto casa, colori HRC, 1989 epoca d’oro delle endurone che ora non esistono piu’.
In ginocchio su letto  scuoto la testa per rientrare nella realta’, mi guardo attorno, sono a casa, sabato, 18 Giugno 2007, la moto che ho sognato e’ tornata all’improvviso all’epoca da cui l’avevo strappata.

A malapena riesco ad alzarmi, incredibile, un sogno cosi’ reale non mi capitava da anni. Zoppicando rincitrullito m’appresto a una lavata di faccia rigenerante. Ehm, ancora non mi ripiglio, Mi sembra davvero d’esserci salito su quella moto, alta, imponente, un serbatoio da far impallidire i gestori delle aree di servizio. Si, ci vuole un’altra lavata di faccia, anche due e la seconda su sapore caffe’, forte.

Butto l’occhio al soffito e dai finestroni scorgo un gran bel sole. Sono de settimane che a Milano il tempo e’ inclemente, oggi, a casa, senza moto e per il piacere di Murphy, un’altra delle sue leggi s’avvera. Sole.
Ecco sul mobile la brochure KTM che ritrae Sala in impennata su una roccia alta sei metri, un campione, Lui, un cretino io ad avergli dato retta.

Piombo nella realta’ ricordando la mia moto aperta, a dir il vero ancora poco ( ma questa e’ una’altra storia ) a Como, al lago. Al lago, si!! dove solitamente si va con la moto accesa, con la ragazza come passeggero e con il gelato sul lungolago gia’ praticamente acquistato.
Io no, staro’ a casa, accendo la musica, mi faccio una doccia.
Nella mia mente C’e’ ancora quella sella blu, il faro posteriore rettangolare dal design inconfondibilmente fine anni ottanta. La livrea un po’ sbiadita, qualche adesivo leggermente consumato dal tempo.

Sorseggiando il caffe, mi ritorna all’olfatto anche un certo profumo di benzina rossa, quella che durava, e che costava il giusto. E’ ora di tirarsi un bel ceffone sul grugno, cancellare quel profumo con il gusto al fior d’arancio glaciale del mio bagnoschiuma facendosi una bella doccia fredda. Non serve, anche tremando dal freddo non riesco a svegliarmi, nella mente immagini indelebili di Honda plurivittoriosa alla Parigi Dakar, finche decise che li non c’era piu’ nulla da imparare ed abbandono’.

Abbasso la temperatura dell’acqua, che gia’ era bella fresca. Regina, esci dai miei pensieri, non sei qui, chissa dove sei e con chi.
Eppure, quel silenzioso motore, quello scarico cromato che tanto fa tremare chi s’inventa leggi anti inquinamento mi pare d’averlo proprio udito ieri, o stanotte, eppure.

Come poter dimenticare quei cerchi dorati, a raggi, perfetti, lucidi a vent’anni d’eta’. Chissa come sono stati trattati eppure sono ancora cosi’ belli, chissa quanti kilometri alle spalle hanno. Belli con quelle gomme montate, cosi’ troppo moderne per far efficacemente pandant con il resto della moto.

Diamine ci sara’ un filo di realta’ in tutto cio. Mi sembra d’essere in un film, mi sembra d’essere in un mondo color Vanilla Sky. Ma alla fine a me, qualcuno fara’ decidere il seguito?

Mi metto a far ordine, svuoto il cervello aiutandomi con l’aspirapolvere senza sacchetto che tanto m’anno pubblicizzato decantando la praticita’ d’uso e che invece il sacchetto non lo cambi, ma ogni volta che lo usi devi svuotare il filtro. Mi domando in quel caso chi era il campione in’impennata sull’aspirapolvere Hoover a farmi cadere nel tranello. Bastardi.

Metto mano alla roba che ho sul tavolo, carte cartacce, alcune mi domando serviranno pure a qualcosa? Si, l’assicurazione della moto ad esempio, quella servira’ sicuro. L’assicurazione della moto? E che ci fa sul mio tavolo? Oggi? anzi ieri, o stanotte? Apro, leggo e mi trovo davanti alla solita pagina con le clausole scritte in un font di misura Lillipuziana. Giro pagina, assicurazizone motociclo marca Honda, cilindrata 650 modello RD03. Ah, si l’assicurazione della moto nuova. Mi tiro un calcio nelle palle, voglio vedere se ancora faccio sti sogni da sveglio.

Dopo l’urlo e la lacrima agli occhi la scritta non cambia, inutile, e’ li; Bastarda pure lei. Inchiostro d’assicurazione. Quello che una volta firmato so cazzi tuoi.
Ma come, allora, impossibile. Colto da un fulmine a ciel sereno come un cinghiale impazzito mi lancio al balcone. Inciampo nel tappeto e non picchio il muso sul camino solo grazie a quella mano divina che ti salva nei momenti giusti.

Apro la finestra, guardo il giardino, tra biciclette, moto, motorette e panchine, c’e’ lei. La mia Regina, impassibile e dall’aria regale, ha l’eta’ che e’ la somma di quella di tutti i mezzi che la circondano, ma si capisce che a lei non importa nulla.
Non ho sognato, l’ho comprata davvero. Cazz, quanti calci e sberle per nulla, gia’ me l’ero date per il precedentie incauto acquisto.

Mi fiondo al telefono, stando questa volta attento al tappeto. Carlo, tra mezz’ora si parte, vedi di venire perche’ la Regina non aspetta nessuno.

Morale della favola, oggi ho percorso 250 Km, immerso in panorami da favola, un po’ di fango, una strada bianca e tanto asfalto. Una zuppa di fagioli, un tagliere di salumi e un litro di vino.
Sono passato al lago, mi sono divertito come e’ giusto fare con una moto. Ho salutato i motociclisti come e’ bello che venga fatto. Sereni, a 90 all’ora. Con il cuore aperto a recepire il panorama che ti sta attorno.

Ho preso il traghetto da Menaggio a Varenna, proprio come feci al tempo del mio primo giro sul GS.
Ciao Regina.

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p.s. Tutte le foto del giro qui : http://www.advrider.it/cpg143/thumbnails.php?album=51

 

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