Dove non e’ riuscito Gio’ Sala sono riuscito Io

June 21st, 2007

Lesotho, Sudafrica. Luogo di disputa del leggendario rally “Roof of Africa” una delle gare fuoristrada piu’ dure del mondo. Ovunque guadi, solo polvere e rocce. Un’infinito su e giu’ per passi pietrosi fino a 3000 metri d’altitudine e sul famigerato “Baboons”. Il tutto interrotto da valli frastagliate e guadi selvaggi. In poche parole: esattamente il giusto campo prova per gli uomini piu; duri sulla KTM piu’ forte di tutti i tempi. Alla partenza la nuova KTM 950 Superenduro R. Alla guida: il nostro campione del Mondo Enduro Giovanni Sala.*
 

Ottobre 2006, alzo gli occhi dal depliant con lo sguardo perso. Sono alla ricerca di un sogno e lo sto vivendo ad occhi aperti.
Ho in mano la brochure della nuova KTM superenduro, un mezzo che mi sta facendo letteralmente perdere la testa. Sfoglio nervoso le pagine ben rilegate, spesse, fatte come si deve. Arrivo velocemente all’ultima pagina e scovo nascosto anche un DVD.
Ore 19, Sono sul marciapiede, fa caldo, sogno un lettore DVD di quelli da sala cinematografica e uno schermo 78 pollici, ma ho in mano solo un vecchio walkman comprato dal vu cumpra sulla spiaggia di Rimini nell’85 e questo i DVD non li legge manco a piangere.
 

Devo andare a casa, lo devo vedere. E’ questione di vita o di morte, voglio godermi lo spettacolo sul divano, popocorn in mano e birra, coadiavato dal buon vecchio e caro rutto libero.
Corro disperato come se stessi aspettando l’estrazione dell’ultimo numero del super enalotto. Sono finalmente in ascensore col disco pronto sulla mano destra e le chiavi della porta blindata sulla sinistra; Mi restano i denti liberi e ci sfogilo le pagine dell’ormai consunto depliant. In Lesotho ci sono pochi chilometri di strade asfaltate. Il resto e’ ghiaia e paesi selvaggi.* Continuano ad assalirmi le frasi dal sapore estremo, scritte in caratteri cubitali sulla brochure arancione e sogno.
 

Rido tra i baffi, penso a tutti i miei progetti di viaggio, e forse vedo all’orizzonte una risposta. Accendo il DVD il dolby e la tele utilizzando tre telecomandi con due mani. Il contatore gira vorticosamente a causa dello sbalzo di tensione, ma non me ne fraga una mazza. Mi lancio sul divano come solo Bubka alle olimpiadi sapeva fare. Volo assieme a Giovanni tra le terre desolate solcate da quella che deve essere la mia futura moto.
 

Il filmato finisce, a me sembra solo l’inizio. Penso a Samarcanda, il viaggio che vorrei fare l’anno prossimo, il deserto del Karakum in Turkmenistan e il Kazakhstan. Il mio pensiero vola alla Russia che faro’ quest’anno. Una moto da Enduro? Scomoda per viaggiare. Ma no, l’importante e’ che sia robusta, indistruttibile e Giovanni l’ha dimostrato. Un moto con pochi fronzoli, bella da vedere e tanta sostanza. Come quelle di una volta.
 

Sono convinto che possa appagare ogni mio desiderio, se resiste ad un campione del Mondo, un povero Pirla come me la fa durare una vita. La compro. Anzi, faccio di piu’, dato che non la uso da anni, do via pure la macchina e il mio vecchio GS che chiaramente non posso permettermi di mantenere.
 

Mi pesa disfarmi di una moto, non sono uno di quelli che cambia mezzo ogni sei mesi, mi piace viverlo a fondo, fino alla fine e il mio BMW ne ha fatte di cotte e di crude. Mi ha portato a spasso per mezza Europa e in parte dell’Africa. Ci ho fatto la spesa e il trasloco di casa. Gli ho voluto bene, ma ahime, l’Euro ci ha fregati, due moto e due assicurazioni sono un lusso che mi va stretto.
Parte il gioco dei preventivi. Dodicimila euro, la moto non si trova in giro, sembra l’ultima pepita d’oro del Klondike. Io non sono Zio Paperone e la Numero Uno non ce l’ho, ma e’ inutile cercare sconti. Siamo in tre ad essere caduti del vortice Superenduro. Comprare la moto assieme ad altri due amici, uguali. Targhe consecutive. Che bello, gia ci vedo tutti assieme tra le strade sterrate di mezza italia. Firmiamo. E’ nostra. La sera faccio una festa che mi sembra degna del Ramadan.
 

Dal giorno in cui ho infilato nel mio lettore il DVD di Gio’ a quando ritiro la moto sono passate due settimane. E’ fine ottobre, il clima fantastico, caldo e ventilato. Ritiro la moto alle 18 e dopo una birra sono sul traghetto per l’isola d’Elba. Tutto ha inzio e che inizio. Mesi indimenticabili, gite con gli amici e la goduria di una moto che va da favola. Vado in Tunisia, in poco piu’ di un mese percorro 10.000 Km.
 

Monto delle belle Akrapovic, le marmitte originali sono inutilizzabili, ustionanti. In un mese butto via due paia di guanti che so sono letteralmente sciolti. Ma in realta’ lo faccio per fare un regalo alla mia moto. Dopo un piccolo intervento in garanzia per dei fusibili che saltavano me la godo.
 

M’invento pure saldatore per costruirmi un telaio portaborse degno di questo nome. Borse militari ai lati, tanica di benzina e via chilometri e chilometri di strade sterrate. Non sara’ certo il Lesotho di Gio’, ma io mi sento ugualmente libero. La tratto come una moto da enduro va tratatta.
 

Qui non hai nessuna possibilita’ di riposare. L’aria sottile di alta quota spinge il pilota e moto fino al limite. Tratti veloci, dove conta sopratutto il coraggio, si alternano ad impegnativi passaggi trialistici. Anche qui la costruzione estremamente snella della 950 Se convince.* Mentre penso al depliant letto solo un paio di mesi prima, rompo il carter frizione lasciando cadere la moto da ferma, ma ahime sulla pietra sbagliata. Bastarda. Sono in Sardegna, il carter lo volevo acquistare per ricambio ma in Ktm non e’ disponibile.
 

Gio’ non ne avra’ bisogno penso, ma io mi trovo con una chiazza d’olio sotto la moto e oltre venti amici che mi guardano increduli.
Fortunatamente la Pattex mi salva, con la pasta bicomponente tappo il buco, e la gloriosa sritta KTM viene coperta da una patacca biancastra che fa tanto cicca masticata. Bella. Finisco la vacanza, mi diverto da morire, anche sopratutto grazie ai miei amici, senza cui ora mi sentirei perso.
 

L’enduro m’entusiasma, fatto con la testa, quindi senza strafare col gas. Non sono capace, quindi preferisco dedicare la concentrazione a cio’ che mi sta attorno. Ai panorami e alle persone. Penso che sia un’attivita’ sportiva che ti permette un contatto con la natura sano e libero. Peccato sia tanto bistrattato dalle leggi italiane. Peccato anche che spesso sia praticato da chi la testa non la usa. Passano quindi altri giorni, la moto raggiunge i 15.000 km.
 

Voglio fare un bel tagliando, lo voglio pagare perche’ sia fatto bene. La mia moto dev’essere trattata coi guanti del miglior chirurgo. Telefono. KTM pronto? Tagliando? si, tra un mese. Io. un mese? Ma, come, io voglio pagare, faccio strada, la mia “bimba” in un mese fa 5000 km. Mi dispiace, ma lei la moto non l’ha comprata da noi. Ma come, io ho un depliant in mano, dei sogni nel cassetto e voi mi abbandonate? Gio spazza via i dubbi e scrupoli spalancando il gas, qui non esiste una via di mezzo. Se sei troppo lento, affondi e fai un bagno completo.* E il bagno l’ho fatto. Lo so e’ cosi’, al mondo non tutti lavorano nel modo in cui uno ci si aspetta, non tutti hanno a cuore i sogni degli altri. Cerchero’ altrove. Chiedero’ consiglio via mail a KTM, capiranno, gli raccontero’ dei miei sogni, della mia passione per questa moto. Loro capiranno, con la passione tra le mani e cosapevoli che ho speso anche dei bei soldini.
 

Passano dei giorni, KTM, non risponde. Finche’ un giorno arriva una mail. Egrgio, le ricordiamo che deve attenersi alle prescrizioni del manuale grigio altrimenti garanzia KO. Non ci ha detto dove vive, cosi’ la potevamo consigliare.
Il depliant che ho in mano ha perso qualche pagina, le ultime righe oltre ad averle imparate a memoria mi pare stiano assumendo dei significati diversi. Ehm, forse non ci siamo capiti, io avevo anche messo un numero di telefono. Ma la mia mail l’avete letta?. Sto ancora aspettando una risposta. Vabbe’ capisco l’antifona e perdo la speranza. Ma la vita continua.
 

Tra un chilometro e l’altro di fuoristrada faccio anche qualche controllo alla moto. Un bel filtro dell’aria nuovo, mando mio padre a colpo sicuro a Rozzano per comprarne uno. Arriva li e nulla. Due ore di coda in tangenziale per raggiungere mamma KTM e non ci sono filtri in casa. Ma come? e Gio’ come fa? Tutta quella polvere del Lesotho come la filtra? Ma lui e’ un campione, io sono un povero Pirla.
 

Passano i giorni, tarscorsi in moto tra le strade sterrate Toscane, Umbre e Marchigiane. Giorni passati tra i borghi piu; belli d’Italia ed esserci con la mia SE ancora mi da soddisfazione. E’ davvero bella. Un giorno il tappo del radiatore, a seguito di un piccolo appoggio in terra perde tenuta. Sono un cazzone, cado con una moto da Enduro tanto da spaccare il radiatore? Poi mi accorgo che e’ semplicemente messo li a pressione. Bastardo pure lui.
 

Sono con gli amici, carichiamo la moto su un fiorino. Lo tappo con un sughero di brunello e torno a Milano. 20.000 Km. Lo faccio risaldare a costo zero da un radiatorista. Meno male, gia’ mi vedevo indebitato a chieder il costo di un radiatore nuovo in KTM. E’ quasi ora del viaggio estivo. La Russia prevede di fare un visto su cui e’ scritto il numero di targa della moto. Sono mesi che lo studio.
 

Pianificare i viaggi mi diverte tanto quanto farli. Sono un po’ preoccupato, il depliant ormai l’ho  lasciato sulla tavoletta del WC, non si sa mai, ma continuo a pensarci. Giovanni non regala niente a se e alla moto, anzi, la bastona a rompicollo come se non ci fosse piu’ un domani.* Ed eccomi con un cuscinetto della ruota posteriore ceduto di schianto mentre sono diretto a Follonica a trovare degli amici per un giro. Gia’ mi vedo con un gelato in mano per tutto il week-end.
 

Di concessionari KTM da queste parti neanche l’ombra. Fortunatamente trovo un vecchio meccanico multimarche che in casa ha dei cuscinetti dell’altrettanto vecchia Africa Twin. Incredibile, sono uguali. Scopriro’ in seguito che il pezzo di ricambio Honda costa la meta’ di quello KTM. Riparto.
 

Con il viaggio in Russia in testa e la preoccupazione che mi sta continuando ad assalire mi appresto alla preparazione della moto per uno dei piu bei week-end degli ultimi mesi. Un coast to coast dal Tirreno all”Adritico, tre giorni d’Enduro leggero, in compagnia dei soliti amici. Per placare un po’ delle mie paure compro il famoso attuatore della frizione che sulle LC8 si rompe sempre e sostituisco tutti i cuscinetti delle ruote.
 

Voglio godermelo sto week-end. Ho ancora quel cazz. di depliant in testa quando m’accorgo che la moto beve acqua da radiatore. beve, beve. ma quanto cazz. beve. Finisco il giro, fantastico. L’acqua un po’ meno, ne ho aggiunta oltre un litro. Temo sia la guarnizione della testa, che ne frattempo ho scoperto essere una cosa che capita su queste moto e che di solito viene passata in garanzia.Torno a casa, stando molto attento.
 

La moto al semaforo di Milano fa dei rumori strani. Smonto il carter frizione e trovo tutto l’olio emulsionato. E’ l’albero della pompa dell’acqua. S’e’ consumato e fa entrare in circolo acqua nell’olio. Sostituisco, faccio altri 500 Km dove tutto sembra fantasticamente funzionante e la moto una mattina non parte piu’. Stronza.
 

Eccomi con i miei sogni in mano. Li guardo sul mio palmo e spariscono come se una magia di Harry Potter fosse riuscita male. Penso a 27.000 Km fa, a quando sono corso a casa per guardare quel maledetto DVD. A quando ho venduto la moto che m’ha portato in giro per due anni e 100.000 Km. maledetta pure lei che m’ha convinto che tutte le moto potessero riuscirci.
 

Con un filo di speranza mando la moto a Como, passano i giorni. Ma non si sa nulla. Il problema pare essere un consumo anomalo della sede valvole d’aspirazione causato da sporcizia entrata dal filtro. Ma KTM Italia deve valutare.  Ho un viaggio che pianifico da un’anno alle porte e devo sapere qualcosa. Telefono in KTM, mi danno un’indirizzo email. E’ lo stesso della persona da cui aspetto una risposta da mesi.
 

Chiedo un numero di telefono, ho 12.000 Euro parcheggiati in un concessionario da una settimana e non so nulla. Non si puo’. I rapporti con i clienti dipendono da una sola persona ed e’ impossibile contattarla in modo diverso da quello via mail o fax. Passano altri giorni, finche mi dicono e’ uscito il perito, ha fatto delle foto. Le mandano in Austria, dopo vari solleciti via mail e alla povera centralinista KTM mi arriva una risposta fredda : “Per l’ispezione tecnica eseguita e la relazione da noi fatta alla casa madre trascrivo tradotta posizione della stessa.
Il danno è dovuto ad insufficiente manutenzione della moto. Per l’utilizzo su strade polverose bisogna attenersi alle indicazioni di manutenzione, specificate nel libretto utente a pag. 32.
Così come è percepibile il progressivo scadimento delle prestazioni del motore a causa di ciò, preventivamente al verificarsi danni rilevati.
Pertanto l’intervendo da eseguire non rientra nelle condizioni di garanzia volontaria del fabbricante, ben dettagliate nel libretto citato.

 

Guardo tutte le pagine del depliant; rimetto tre volte il DVD del mitico Gio’ e nulla, queste parole non le trovo. Guardo il manuale a pagina 32, dopo ogni uscita off-road bisogna effettuare la pulizia del filtro.
E’ ora di mettere i piedi per terra, di riprendersi la moto rotta che ne frattempo mi viene trasportata dal carroattrezzi a Rozzano.
 

Telefonando al concessionario per avvertire mi bloccano subito dicendomi che ci sono venti giorni d’attesa. La fermo subito. Si, ma a me non interessa, la moto me la porto a casa, la riparera’ un meccanico Piaggio, o Aprilia, o Zundapp, ma mai piu’ un KTM. La sera entro in negozio, mi dicono che “potrebbero farmi pagare anche il deposito”. Io e un mio amico ci carichiamo la moto senza che nessuno ci dia una mano, e la SE pesa. Ce ne andiamo ringraziando per il bel trattamento.
 

Penso alla motivazione KTM, alla profonda perizia effettuata dagli esperti basata sulla foto di un filtro. Penso alle due ore trascorse da mio padre in tangenziale, per andare a Rozzano senza successo e poi a Cinisello finalmente per recuperare un bel filtro nuovo. Penso a tutte le volte che con amore l’ho pulito. Facendo tutto cio’ che anche Gio’ avrebbe fatto in Lesotho.
 

Penso al mio viaggio in Russia. Penso alla tavoletta del WC e a dove chiaramente sia finita la carta che componeva quel depliant cosi’ bello. Penso alle ultime parole lette sul famoso cartaceo prima di tirare l’acqua. Beh, io ho finito! Questo Bolide e’ semplicemente indistruttibile!”*. Penso che dove non e’ riuscito Gio’ io ce l’ho fatta. Ho distrutto una SE in 27.500 Km. Causa filtro aria sporco che ahime’ era nuovo di due giorni.
 

Oggi ho comprato un’ Africa Twin, classe 1989 pagata 1500 Euro, pochi per una moto, ma tanti per me che ne avevo spesi 12.000 sei mesi fa riponendo la mia fiducia in un’azienda Austrica. In Russia c’andro’ con questa, magari non tornera’ a casa, ma perlomeno c’avra’ provato senza farsi troppa pubblicita’. Mandero’ una cartolina in KTM ringraziando.
Perche’ scrivo questo? per gli amici e basta. Loro capiranno.
Un’abbraccio!
Simo
 

*Frasi tratte dal Depliant 950R Superenduro 2006
p.s. Non chiedetemene una copia, ora non ce l’ho piu’ ed andarla a recuperare sarebbe alquanto difficile, dato che l’acqua l’ho gia’ tirata.

Ma insomma, ci svegliamo o no????

June 17th, 2007

Le dieci del mattino, spalanco gli occhi all’improvviso, incredulo, sconcertato, disorientato. Ho interrotto il sogno che stavo facendo, un’Africa Twin del 1989 parcheggiata sotto casa, colori HRC, 1989 epoca d’oro delle endurone che ora non esistono piu’.
In ginocchio su letto  scuoto la testa per rientrare nella realta’, mi guardo attorno, sono a casa, sabato, 18 Giugno 2007, la moto che ho sognato e’ tornata all’improvviso all’epoca da cui l’avevo strappata.

A malapena riesco ad alzarmi, incredibile, un sogno cosi’ reale non mi capitava da anni. Zoppicando rincitrullito m’appresto a una lavata di faccia rigenerante. Ehm, ancora non mi ripiglio, Mi sembra davvero d’esserci salito su quella moto, alta, imponente, un serbatoio da far impallidire i gestori delle aree di servizio. Si, ci vuole un’altra lavata di faccia, anche due e la seconda su sapore caffe’, forte.

Butto l’occhio al soffito e dai finestroni scorgo un gran bel sole. Sono de settimane che a Milano il tempo e’ inclemente, oggi, a casa, senza moto e per il piacere di Murphy, un’altra delle sue leggi s’avvera. Sole.
Ecco sul mobile la brochure KTM che ritrae Sala in impennata su una roccia alta sei metri, un campione, Lui, un cretino io ad avergli dato retta.

Piombo nella realta’ ricordando la mia moto aperta, a dir il vero ancora poco ( ma questa e’ una’altra storia ) a Como, al lago. Al lago, si!! dove solitamente si va con la moto accesa, con la ragazza come passeggero e con il gelato sul lungolago gia’ praticamente acquistato.
Io no, staro’ a casa, accendo la musica, mi faccio una doccia.
Nella mia mente C’e’ ancora quella sella blu, il faro posteriore rettangolare dal design inconfondibilmente fine anni ottanta. La livrea un po’ sbiadita, qualche adesivo leggermente consumato dal tempo.

Sorseggiando il caffe, mi ritorna all’olfatto anche un certo profumo di benzina rossa, quella che durava, e che costava il giusto. E’ ora di tirarsi un bel ceffone sul grugno, cancellare quel profumo con il gusto al fior d’arancio glaciale del mio bagnoschiuma facendosi una bella doccia fredda. Non serve, anche tremando dal freddo non riesco a svegliarmi, nella mente immagini indelebili di Honda plurivittoriosa alla Parigi Dakar, finche decise che li non c’era piu’ nulla da imparare ed abbandono’.

Abbasso la temperatura dell’acqua, che gia’ era bella fresca. Regina, esci dai miei pensieri, non sei qui, chissa dove sei e con chi.
Eppure, quel silenzioso motore, quello scarico cromato che tanto fa tremare chi s’inventa leggi anti inquinamento mi pare d’averlo proprio udito ieri, o stanotte, eppure.

Come poter dimenticare quei cerchi dorati, a raggi, perfetti, lucidi a vent’anni d’eta’. Chissa come sono stati trattati eppure sono ancora cosi’ belli, chissa quanti kilometri alle spalle hanno. Belli con quelle gomme montate, cosi’ troppo moderne per far efficacemente pandant con il resto della moto.

Diamine ci sara’ un filo di realta’ in tutto cio. Mi sembra d’essere in un film, mi sembra d’essere in un mondo color Vanilla Sky. Ma alla fine a me, qualcuno fara’ decidere il seguito?

Mi metto a far ordine, svuoto il cervello aiutandomi con l’aspirapolvere senza sacchetto che tanto m’anno pubblicizzato decantando la praticita’ d’uso e che invece il sacchetto non lo cambi, ma ogni volta che lo usi devi svuotare il filtro. Mi domando in quel caso chi era il campione in’impennata sull’aspirapolvere Hoover a farmi cadere nel tranello. Bastardi.

Metto mano alla roba che ho sul tavolo, carte cartacce, alcune mi domando serviranno pure a qualcosa? Si, l’assicurazione della moto ad esempio, quella servira’ sicuro. L’assicurazione della moto? E che ci fa sul mio tavolo? Oggi? anzi ieri, o stanotte? Apro, leggo e mi trovo davanti alla solita pagina con le clausole scritte in un font di misura Lillipuziana. Giro pagina, assicurazizone motociclo marca Honda, cilindrata 650 modello RD03. Ah, si l’assicurazione della moto nuova. Mi tiro un calcio nelle palle, voglio vedere se ancora faccio sti sogni da sveglio.

Dopo l’urlo e la lacrima agli occhi la scritta non cambia, inutile, e’ li; Bastarda pure lei. Inchiostro d’assicurazione. Quello che una volta firmato so cazzi tuoi.
Ma come, allora, impossibile. Colto da un fulmine a ciel sereno come un cinghiale impazzito mi lancio al balcone. Inciampo nel tappeto e non picchio il muso sul camino solo grazie a quella mano divina che ti salva nei momenti giusti.

Apro la finestra, guardo il giardino, tra biciclette, moto, motorette e panchine, c’e’ lei. La mia Regina, impassibile e dall’aria regale, ha l’eta’ che e’ la somma di quella di tutti i mezzi che la circondano, ma si capisce che a lei non importa nulla.
Non ho sognato, l’ho comprata davvero. Cazz, quanti calci e sberle per nulla, gia’ me l’ero date per il precedentie incauto acquisto.

Mi fiondo al telefono, stando questa volta attento al tappeto. Carlo, tra mezz’ora si parte, vedi di venire perche’ la Regina non aspetta nessuno.

Morale della favola, oggi ho percorso 250 Km, immerso in panorami da favola, un po’ di fango, una strada bianca e tanto asfalto. Una zuppa di fagioli, un tagliere di salumi e un litro di vino.
Sono passato al lago, mi sono divertito come e’ giusto fare con una moto. Ho salutato i motociclisti come e’ bello che venga fatto. Sereni, a 90 all’ora. Con il cuore aperto a recepire il panorama che ti sta attorno.

Ho preso il traghetto da Menaggio a Varenna, proprio come feci al tempo del mio primo giro sul GS.
Ciao Regina.

[image:6110:c:s=0:l=x]

p.s. Tutte le foto del giro qui : http://www.advrider.it/cpg143/thumbnails.php?album=51