Il giorno dopo la talebanata di fine stagione.

Toscana, Castiglione D’orcia, una tranquilla Domenica di fine ottobre,

Caro diario ti racconto di una domenica di sole passata con cinque amici tra il fango e l’acqua fresca dei fiumi.
Sveglia e’ il 29 ottobre ieri e’ stata una fantastica giornata di moto passata con quasi quaranta amici provenienti da diverse parti d’italia, oggi, forse complice la stanchezza il solo pronunciare la data mi rende particolarmente propenso a restar sotto le coperte per paura di trovare Armaduk che tenta di scaldarsi sotto il mio letto.
Mi faccio forza, ho la speranza che ci sia il sole e l’euforia di un giretto tra i vigneti toscani come al solito mi da una carica impensabile.
Apro le imposte e il primo gesto e’ quello di un vampiro che tenta di scacciare la luce dal viso, ma vaiiiiii c’e' il sole!!!


Siamo in un fantastico agriturismo dove il tempo sembra essersi fermato, una finestra sulla Val d’Orcia che per un’attimo mi fa venir voglia di parcheggiare la moto accanto al tavolo di una Taverna e godere piu’ di cibo e bevande tipiche che di strade bianche e fiumi. Ma la moto prende il sopravvento e mi concede una pausa solo per gustarmi una torta fatta in casa del buon succo di frutta e un meritato caffe, tutto giusto per digerire per bene i due chili di ciccia Fiorentina mangiati la sera prima.
Andrea, ha un piccolo problema alla sua Afica Twin, pare che la pompa della benzina non funzioni piu’ come si deve. 
Naturalmente Alabike ne ha una di scorta, e’ impressionante quante cose si imparano da questo ragazzo grande amante dell’enduro e grande compagno di bevute. Mentre Andrea cambia la pompa della benzina convinciamo Signo a rimanere tra noi per qualche ora prima di partire per Milano, dove deve arrivare entro sera e sistemiamo anche la moto di Lucia che questa volta ha solo perso un piccolo pezzo di telaio, povera Pina. 
Godendoci il sole mentre sistemiamo le moto decidiamo di ripercorrere un paio di tratti che mi avevano fatto conoscere i ragazzi di motoinfuoristrada e che naturalente mi avevano lasciato col sorriso a cinquantaquattro denti.
Si parte, accendo la moto e le Akrapovic di Riccardo mi fanno tremare le mandibole, ma prima o poi me le accatto pure io, non ho piu’ voglia di cuocermi le chiappe ai semafori e di rischiare di andare al centro grandi ustionati ogni volta che parcheggio la moto. In quattro e quattr’otto siamo sul primo sterrato in direzione del guado dell’orcia, una bella discesina un po’ tecnica con qualche pozza dove non posso fare a meno di fermarmi a fare 
qualche foto, ragazzi amo il fango, mi sembra di far la cura antirughe alla moto, secondo me una cura di fanghi alla settimana fa campare la moto molto piu’ a lungo.
Tra tornantini e piccoli dossi dove si prova a far saltare la moto, cosa che chiaramente non mi riesce mai  arriviamo al terrapieno sull’orcia. Un posto fantastico, c’e’ anche un vecchio ponte della ferrovia abbandonato che sa tanto di ponte tibetano, mi pare di essere in india. I compagni d’avventura sembrano apprezzare i posti e guardando il viso di Signo non posso che rendermi conto che si sta divertendo di brutto, fantastico.
Tra pozzanghere e discesoni creati dai trattori attraversiamo Bagno Vignoni e ci fermiamo a mangiarci due fette di salame e un po’ di formaggi. QUi inizia il turbinio di parole, io non mangio, tu hai mangiato ieri, io non bevo ho il pancino pieno, tu sei a dieta ecc ecc e alla fine ci scofaniamo l’impossibile. La dura legge della trattoria toscana, mette sempre zitti tutti. Si tutti tranne che un pover’uomo accompagnato da un’anzianotta signora che per 
evidenti problemi d’udito tiene la suoneria del cellu a palla, tant’e che scatena l’ilarita’ generale dei commensali. Ci vestiamo e il tipo parlotta, be’ ce lo troviamo davanti in posizione da karateka come nei vecchi film di bruce lee, io guardo Rik e mi metto a ridere, mentre spero che Andrea non lo veda, non vorrei che il tipo si spaventasse e ci rovinasse la digestione facendosela nei pantaloni vedendo quel pezzo d’uomo d’Alabike! :-)
Be’ per non rovinarci il pomeriggio ce ne andiamo facendoci quattro risate e sfortunatamente dobbiamo salutare Signo che ha veramente fatto tardi, sono quasi le due. Ho conosciuto solo il giorno prima Signo facendo il viaggio da Milano a Radicofani, sono contento di averlo incontrato, in un mondo pieno di sboroni ti imbatti ancora in gente rilassata che ha voglia di fare e farsi compagnia tra risate e semplicita’.
Il gruppo Riparte in direzione Montalcino, dove sappiamo esserci una rappresentazione o qualcosa che dovrebbe far sperare di poter bere del vino, percorriamo una bella strada asfaltata tutta curve e in dieci chilometri arriviamo a 
destinazione. Facendo benzina mi ricordo della stradina che da Montalcino porta al guado dell’ombrone, non ce la posso fare a non proporlo al gruppo che in men che non si dica salta in sella verso il fiume.
bellissima la strada tra le vigne di brunello che ci portano in mezzo ad un bosco fangoso e poi al fiume. Azzo e’ bello lungo, ma come avro’ mai fatto a farlo col giessone??? Mah, Gino insegna e attraverso a piedi il fiume per sondare la profondita’. A tratti mi arriva al ginocchio, wow. Mi raggiunge Rik sull’altra sponda e mentre ci diciamo : ” che famo ? o Famo ? mah!!!” mi volto e vedo Lucia che parte a tutta randa verso di noi. Grido :” che faiiiiii, Fermmaaaa “, lei alza le gambe e dritta come un fuso col motore borbottante e fumante arriva dall’altra parte prima che io riesca a tirar fuori la macchina fotografica. Non ci credo, sono sbalordito e la guardo come se fosse David kinght in persona che mi ha appena mostrato come si fanno i guadi. Non ci credo, mo ce tocca.
 Tocca a Erika, prende la stessa direzione di Lucia, stavolta sono pronto in mezzo al fiume e ad un certo punto 
prende una roccia che la scarta verso di me. Sembra una canoista in direzione delle rapide, le urliamo :” Di laaaaa” e CAFFFFF!!! finisce nell’acqua, pof pof pof il motore sembra gridare aiuto affogo. Tiriamo su la moto e con Riccardo la riportiamo a riva. Con i consigli di Andrea Erika smonta il serbatoio e la cassa filtro facendo colare dal povero motrore secchiate d’acqua. Togliamo la candela a pedivella svuotiamo il cilindro, alziamo la moto in piedi per far uscire l’acqua dalla marmitta. Incredibile l’abbiamo completamente lavata da dentro. Rimontato tutto proviamo l’accensione e BROOOMMMM parte che pare meglio di prima. grande la gioia di tutti che si vedeva gia’ in balia delle zanzare aspettando un’improbabile trattore di soccorso.
Tocca ad Albike che fila via liscio e poi a rik e a me che mi sento veramente un bambino al parco giochi con un solo gettone a disposizione, felice per averlo in mano ma ancora prima di goderne sa che poi dovra tornar a casa. Evvai 
anche la superenduro ha attraversato l’Ombrone che a dirla tutta non e’ per nulla un ruscello. Tra una risata e l’altra s’e’ fatta l’ora di tornare a casa, attraversiamo l’ultimo pozzangherone e salutiamo il fango per dirigerci verso Firenze. Non resisto alla tentazione di un panino col Lampredotto, sara’ la stanchezza, la voglia di perder tempo con gli amici ma me lo mangerei volentieri, guardando la coda in autostrada all’ingresso firenze certosa e sono propenso ad una pizza, un paio di birre e via.
Parto verso Milano ipod alle orecchie intorno alle otto, troppo soddisfatto, troppo gasato, troppo voglioso di rivedere tutti gli amici il prima possibile, che bel Week-end iniziato con gli amici di motoinfuoristrada che non  
 
vedevo da tempo e concluso tra fango e acqua sotto un sole che tutto sapeva tranne che di Novembre.
Potete trovare tutte le foto qui http://www.advrider.it/cpg143/thumbnails.php?album=26
p.s. Ringrazio ancora una volta Gino e tutti gli amici di Motoinfuoristrada per avermi portato in questi fantastici posti, senza di loro non solo non li avrei mai trovato, ma non avrei nenache mai avuto voglia dia andarci. :-)
Simone
 
  

 

 

 

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.