Le Gher

gherLa maggior parte dei mongoli vive in una tenda circolare di feltro bianco, chiamata gher. Con essa, i nomadi della steppa sopravvivono da almeno tre millenni ai rigori dell’inverno siberiano. Pur essendo improntato a un modo di vita semplice e frugale, l’arredamento è curato e ricco di allegri colori. Al centro c’è una stufa metallica che fa da cucina e da impianto di riscaldamento. Come combustibile viene utilizzata la legna oppure lo sterco equino e bovino.
La parete verticale interna è costituita da una griglia circolare di stecche di legno (hana), sulla quale poggiano le pertiche di sostegno (uni) del tetto, che si incontrano alla sommità della tenda con un cerchio di legno (toono), dal quale fuoriesce un tubo che fa da camino. Due colonne a T (bagana), poggiate al centro della gher, sostengono tutta la struttura. La porta d’ingresso (kalga) è sempre rivolta a sud, per usufruire del calore e della luce del sole. All’esterno, la struttura è ricoperta con feltro, pelli e altri materiali impermeabili.
Il paesaggio mongolo è costellato da queste abitazioni, perfettamente funzionali alle necessità imposte dai frequenti spostamenti, al seguito degli animali al pascolo. La gher e la vita che in essa vi si svolge sono inoltre improntate a ben definiti canoni religiosi e tradizionali. La disposizione interna delle persone e delle cose osserva intricate simbologie, ispirate alle credenze religiose e sciamaniche; per cui tutto deve avere un posto e ognuno deve entrare, uscire o sedersi secondo determinate regole.

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